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Il microcredito rappresenta una pratica finanziaria globalmente diffusa: dal Bangladesh, dove è stata sperimentata in modo sistematico a partire dagli anni Settanta, ha conquistato un ruolo di primo piano, inizialmente nei paesi in via di sviluppo come intervento privilegiato della cooperazione internazionale e successivamente nei paesi post-industriali come strategia di inclusione socio-economica delle categorie più vulnerabili. A partire da un'etnografia condotta nel Nord Italia, questo testo si propone di riflettere criticamente sulle modalità con cui gli attori del welfare mix si appropriano di questo strumento: da un lato si esplorano i processi attraverso i quali attori differentemente posizionati costruiscono la categoria di soggetto vulnerabile e la rappresentazione di microcredito che informa le pratiche di intervento, dall'altro si esaminano gli effetti che le politiche di inclusione sociale hanno sui soggetti da esse toccati.